Marzo 1944. Un ricognitore inglese della R.A.F. sorvola la costa genovese. Il suo compito: fotografare e mappare tutto il litorale,
le installazioni, le fabbriche e il porto. E tutto il sistema delle difese. La giornata è soleggiata, il tempo sereno, la visuale ottima.
Quota di volo: 24500 piedi. Gli scatti si susseguono, ogni fotogramma si sovrappone a quello precedente per almeno un terzo. Si
tratta di una tecnica collaudata, indispensabile per poter utilizzare uno speciale stereoscopio nella successiva visione e analisi
delle immagini. Attraverso questo semplice apparecchio, sarà difatti possibile osservare l’andamento del terreno in tre dimensioni,
con dettagli e particolari di maggior chiarezza rispetto alla semplice fotografia bidimensionale.
Sono passati quasi 80 anni da quel volo, e grazie a quelle fotografie possiamo ricostruire con precisione quali fossero le reali
condizioni di preparazione e di completamento del sistema fortificato di Monte Moro. In realtà, durante la sessione di studio è
stato possibile visionare una cinquantina di immagini, comprese fra Nervi e Cogoleto, attraverso le quali è stato verificato
praticamente tutto il sistema difensivo cittadino, per poi arrivare a scoprire -con molta sorpresa- postazioni non menzionate da
nessun testo sino ad oggi consultato. Ma questa è un altra storia. Tornando a Monte Moro, questa è l’analisi che si può fare.In
generale, lo stato di preparazione della batteria è tutt’altro che completato. Salta subito all’occhio che tutte le costruzioni non
hanno nessun tipo di mimetizzazione o di rete di camuffamento, e nulla è stato fatto per dissimularle alla vista delle ricognizioni
alleate. Edifici, casermaggi e gli stessi pezzi di artiglieria sono tranquillamente riconoscibili ed identificabili.
Partendo dalla sommità della collina: Sulla vetta è presente la
costruzione con le fattezze di una chiesetta: si tratta del Posto
Vedetta Batteria. L’ombra che si proietta sul terreno evidenzia
una torretta abbastanza alta. Un centinaio di metri a sinistra,
cinquanta più a valle, si nota chiaramente una lunga
costruzione, la Stazione Radio telegrafica delle Regia
Aeronautica (ex caserma della batteria Nino Bixio) oltre ad una
serie di piccoli presidi lungo la rotabile. Sul piazzale di quota
412 salta alla vista una struttura che richiama fortemente ad
architetture di tipo ottocentesco. Si tratta della linea dei pezzi
costruita per la Batteria Nino Bixio, la cui costruzione risale al
primo decennio del 1900. su questa stessa sttruttura era
ospitata la 15^ batteria contraerea di cui adesso non v’è
traccia. Il radar Wurtzburg non è stato ancora montato, il che
conferma il luglio ‘44 come data di installazione dell’apparato.
Scendendo poco più a Valle, la torre binata della 251^
Batteria è facilmente distinguibile, con i suoi due cannoni da
381 in posizione di riposo, probabilmente appoggiati al muro di
ponente della postazione. Alla destra, la lunga fila dei
casermaggi della 251^ batteria (3^ batteria, Monte Moro I) e la
palazzina comando, l’unica in muratura insieme ai servizi
igienici. Nessuna opera di mascheramento. Ci spostiamo sulla
sinistra rispetto alla torre binata, nulla si intravede della nuova
batteria contraerea. Nei punti in cui dovremmo trovare le 4
piazzole e la direzione di tiro, sembra trovar posto solo qualche
piccola baracca, anche se il dubbio è legittimo. Infatti il terreno
appare leggermente dissimile rispetto a quello nelle vicinanze.
Forse, ma solo forse, queste piazzole sono state coperte alla
vista di occhi indiscreti. Scendiamo fino alla 200^ Batteria, che possiamo iniziare a chiamare 4^ o Monte Moro II, quale era il suo
reale appellativo nel ‘44. I 3 cannoni costieri sono in posizione ma ancora su piazzola scoperta. Per due di loro non sono ancora
state realizzati gli “Schartenstand”, le coperture di concezione tedesca con tipologia costruttiva modello Regelbau M272. Anche
qui, nessun tipo di mimetismo o mascheramento. Mancano la stalla e alcune vasche per l’acqua. Certamente la prima verrà
edificata a breve ed è facile immaginare il perché: i materiali, o parte di essi, con cui realizzare le opere in cemento saranno
trasportati anche attraverso l’uso di muli. Le vasche -una delle quali riporta incisa la data del giugno 1944- sarebbero anch’esse
servite per contenere le grandi quantità di acqua necessarie agli organici della batteria. Ben visibili, infine, una baracca in legno
subito dietro la palazzina comando e la lunga costruzione adibita a mensa (confronta la planimetria preparata dal servizio
partigiano e riportata nella sezione dedicata all’archivio ILSREC di questo sito). Chiude infine il quadro della batteria, al margine
estremo verso valle, la piazzola con trincee -ben visibili- e il corpo di guardia.
LEGENDA DELLE IMMAGINI STORICHE:
Testata: Foto aerea dal portale cartografico del Comune di Genova, volo 1954
Foto aerea: Aerofototeca Nazionale - Fondo RAF, 02-03-1944, IGM foglio 83, str.21, fot. 4230. Copyright ICCD - Autorizzazione
ICCD alla pubblicazione sul web 7073 del 29/12/2010
Il mio personale ringraziamento alla curatrice e responsabile della AEROFOTOTECA Nazionale.
Non solo per aver autorizzato l’inserimento di questa fotografia sul sito di Progettomontemoro, ma per il suo aiuto e per la grande cortesia
che ha dimostrato. Nel complesso mondo delle ricerche storiche, è una vera fortuna poter incontrare persone così disponibili.
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