La maggior parte della struttura che costituiva la 251^ batteria è stata realizzata all’interno della collina, provvedendo allo scavo di imponenti sistemi di gallerie. Direzione di tiro, depositi cariche di lancio, generatori di corrente e altri locali, erano stati collocati in questi spazi rubati alla montagna, costituendo, almeno per l’epoca, uno dei sistemi fortificati più all’avanguardia. Alcuni di questi locali sotterranei risultano ancora oggi appena abbozzati o non terminati, con le pareti o le volte ancora allo stato grezzo, ovvero senza rinforzo in cemento armato. La costruzione e l’ampliamento di quest’opera, infatti, continuò almeno sino alla seconda metà del 1944. Lo testimonierebbe il fatto che proprio in quel periodo venne documentata la notizia relativa al decesso di un operaio dell’Organizzazione Todt, caduto da uno dei carrelli della teleferica che lo stava trasportando a valle. Le uniche due appendici che si estendevano al di fuori di questo dedalo di sotterranei erano l’osservatorio e la torre binata. Ciononostante, a differenza di altre strutture come ad esempio le fortificazioni della linea Maginot, non si trattava di una batteria sempre pronta. Differenza sostanziale rispetto a quelle costruite oltralpe, difatti, è che la i ricoveri per la guarnigione e parte dei servizi erano stati costruiti al di fuori dei tunnel, lungo le pendici della collina. Parte di queste palazzine è ancora visibile, malgrado il pessimo stato di conservazione, lungo le pendici del monte che si affaccia ad est. Si tratta dei resti dei servizi igienici, di scalinate e piccole costruzioni, così come sono ancora visibili alcuni piazzali destinati ad ospitare dei baraccamenti per i 170 uomini di guarnigione. Sul terreno, difatti, sono visibili una serie di punti in cemento che potevano servire da supporto per un piano di calpestio in tavole di legno. A differenza della 200^ batteria, il complesso della 251^ è decisamente più imponente. Le gallerie sotterranee, circa 4 metri di larghezza per tre di altezza, consentivano l’eventuale accesso anche agli automezzi, condizione giustificata dalla necessità di movimentare un munizionamento di grande mole. Per i piccoli spostamenti interni, ricalcando quanto già messo in atto in altre opere similari, era stata allestita una coppia di binari a scartamento ridotto, di tipo Decauville, sulla quale venivano spinti -a mano- i carrelli. Uno dei locali più interessanti è certamente il locale generatori. Da questa stanza, infatti partono sia una condotta circolare, circa una ventina di cm di diametro, destinata a far confluire verso l’esterno i gas di scarico del motore, sia una delle uscite di emergenza che, attraverso un passaggio alquanto impervio, conduce verso l’esterno. Si tratta infatti di un cunicolo largo poco più di un metro per una trentina di lunghezza, parte del quale in verticale o con una forte pendenza, all’interno del quale era possibile risalire utilizzando una scala a pioli. Particolare è anche la sezione osservatorio/direzione di tiro. Vennero realizzati l’uno sopra l’altra, il primo fuori terra, lungo le pendici della montagna, la seconda all’interno della montagna, venti metri al di sotto dell’osservatorio e collegata a quest’ultimo attraverso una scala a chiocciola. Lungo le pareti che scendono nel ventre della batteria, sono ancora visibili le zanche di fissaggio alle quali erano fissati i cavi di collegamento fra gli occhi della postazione e il suo cervello. Un'altra costruzione interessante si trova sul versante est della collina a poche decine di metri dall’uscita di sicurezza. Si tratta di una struttura in cemento armato con soffitto a volta, la cui caratteristica principale è la stretta apertura di accesso, praticamente una portella quadrata. Sulla sommità del manufatto è ancora presente una sorta di nicchia posticcia che lascia presumere la presenza di alcuni componenti elettrici collegati con l’interno. La particolare cura che è stata posta nella sua costruzione – pareti di grande spessore e protezione supplementare esterna con una stratificazione di massi – lascia supporre che si potesse trattare di una cisterna. Purtroppo di questa batteria non è rimasto praticamente nulla, sia dei materiali che delle attrezzature con cui era stata allestita, pertanto molte delle considerazioni sull’utilizzo dei vari locali si basa su ipotesi. Anche lo stesso pozzo in cui ruotava la torre navale da 381/40 non è più accessibile. Una ventina di anni fa, difatti, è stato parzialmente riadattato e occupato da un sito per telefonia cellulare. LEGENDA delle IMMAGINI STORICHE: Serventi tedeschi spingono un carrello con proietto e le cariche di lancio all’interno della galleria di destra (Collezione Progetto Monte Moro) Il proietto pronto per entrare all’interno del cannone (Fonte: WEB) Soldati Tedeschi si scambiano mazzi di mimosa (Collezione E.V. De Pava) Soldati americani dopo la resa della guarnigione tedesca ispezionano la batteria (Fonte: WEB) Copyright Progetto Monte Moro 2023 - vietata la copia non autorizzata
251^ Batteria Costiera R.E.